L’Osservatorio sul regionalismo differenziato

Presentazione

L’Osservatorio sul regionalismo differenziato, istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Napoli Federico II con decreto n. 83 del 2 agosto 2019, si inserisce nell’ambito del dibattito scientifico suscitato dal processo di riforma legislativa attualmente in corso, volto ad introdurre mutamenti profondi nel sistema dei poteri tra Stato e Regioni attraverso uno spostamento massiccio di competenze e di risorse, in attuazione dell’art. 116, comma 3, della Costituzione.

L’accelerazione del percorso attuativo di riforma impressa, a partire dalla fine del 2017, dalle iniziative delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, ha provocato l’effetto di una richiesta generalizzata di differenziazione da parte di pressoché tutte le altre regioni a statuto ordinario. È stata così sollecitata la sensibilità delle sedi scientifiche che hanno rilevato, in chiave critica, come le conseguenze potenzialmente derivanti dall’attuazione di siffatta riforma, per come prospettata, siano tali da compromettere l’unità della Repubblica, aggravando la storica frattura Nord-Sud.

La scarsa consistenza dell’analisi fattuale posta a base delle proposte di revisione legislativa, avanzate nelle sedi della decisione politica in attuazione dell’art. 116, comma 3, Cost. e la debolezza tecnica dei testi resi disponibili, ha fatto emergere il convincimento generale della doverosità di un contributo critico, scientificamente fondato, delle Università italiane, ricche di un grande patrimonio di studi anche con specifico riguardo al sistema delle autonomie.

In tale quadro, scopo dell’Osservatorio, coordinato dal Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Sandro Staiano, è il lavoro scientifico interdisciplinare da porre al servizio delle sedi della rappresentanza politica, per indicare ai legislatori, statale e regionali, soluzioni ragionevoli ed efficienti in materia di regionalismo differenziato, in conformità ai principi di autonomia e unità della Repubblica stabiliti dall’art. 5 e dal titolo V della Parte seconda della Costituzione e all’ispirazione generale di questa al superamento  delle diseguaglianze, con riferimento in ispecie alle asimmetrie economiche e sociali e alle fratture su base territoriale.

Il lavoro è improntato al metodo scientifico, fondato sulla considerazione obiettiva dei fatti e dei dati, resi noti secondo criteri di massima conoscibilità, sulla verificabilità dei risultati, sulla apertura delle interpretazioni al dibattito nella comunità degli studiosi.

In questa direzione, e quale formazione libera da qualsivoglia legame di schieramento partitico, come espressione della libertà di scienza garantita dall’art. 33 della Costituzione, l’Osservatorio si propone di operare anche in rapporto con le sedi istituzionali: in particolare con organismi di elaborazione tecnica incardinati nella Camera dei deputati, nel Senato della Repubblica, nelle Regioni e con collegi misti istituiti tra Stato, Regioni e Autonomie locali.

Fanno parte dell’Osservatorio singoli studiosi – accademici e non o dotati di esperienza in campo istituzionale – e Università, o articolazioni organizzative di esse, istituzioni scientifiche e istituzioni di alta cultura.